Troppo spesso si parla e si legge che l’Italia è un ponte sul Mediterraneo, per sottointendere l’importante posizione geografica strategica di cui godiamo…e, aggiungiamo, di responsabilità. E troppo spesso, invece, si usa questo assioma per identificare, pro o contro, la nostra posizione in riferimento alla tragedia del nostro tempo: il fenomeno delle migrazioni, ahimè da troppo tempo irrisolte e sottovalutate.
Il Mediterraneo ha visto le prime rudimentali barche fenicie alla ricerca di terre nuove, popoli e commerci: ha visto lo sviluppo di civiltà, di nuovi alfabeti, l’espandersi dell’agricoltura e delle coltivazioni arboree, dei modi di comunicare, ha incrociato cultura e religioni…ahimè anche di feroci conquiste e guerre che hanno messo a dura prova la convivenza di intere generazioni di uomini.
Ora che il discernimento ha ricomposto pacificamente i paesi del vecchio continente, una nuova prospettiva sembra aprirsi per l’intero arco delle nazioni rivierasche o di influenza, anche se regimi autoritari contrastino ancora lo sviluppo democratico di alcuni importanti paesi entrati nel gioco delle influenze extra-mediterranee.
Cosicchè il “Mare Nostro” sempre più prende. e irrimediabilmente, la piega del “Mare Loro”, ovvero non solo delle potenze che allungano i loro artigli sull’economia, quanto dei modi spicci di agire, prendere, soffocare, contrastare, comprare le tendenze politiche, democratiche, sociali , rendendo il cammino dello sviluppo tout court un’infinita stressante gincana giuridico-legislativa infruttuosa.
In questo quadro si possono immaginare le insoddisfacenti azioni ambientaliste, che in particolare interessano il nostro Movimento a cominciare dalla condizione delle acque e dell’ambiente in genere, alle azioni per il clima, alla necessità del potenziamento della ricerca scientifica e sociale, fino ai trasporti, ai consumi, alle riconversioni energetiche, allo sviluppo imprenditoriale…Essere preoccupati è forse nascondere il forte disagio che si prova man mano che si approfondiscono le questioni.
Esiste da oltre 15 anni un organismo di cui poco si parla: L’Unione per il Mediterraneo, che ha nella sua carta costituzionale il precipuo interesse anche per le questioni accennate.
Forse è il tempo buono, questo, senza tergiversare, per promuovere una più incisiva azione in favore di un autentico sviluppo materiale e, morale, spirituale per un’ Europa da oggi in poi.
E’ l’auspicio del nostro Movimento,al quale siamo certo potranno sicuramente convenire tutte le altre organizzazioni ambientaliste, sociali e civili che operano per il benessere dell’uomo.