Il Mio Borgo – Lo racconto, lo fotografo, lo dipingo

 

Per l’Anno Nazionale dei Borghi
e l’Anno Europeo del Turismo Sostenibile per lo Sviluppo

Il Mio Borgo

Lo racconto, lo fotografo, lo dipingo

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Si è conclusa la grande mostra : “Il Mio Borgolo racconto, lo fotografo, lo dipingo” promossa dal Movimento Azzurro e il Centro Turistico Giovanile in occasione dell’Anno dei Borghi, promulgato dal Ministero dei beni culturali e del turismo per il 2017.

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L’iniziativa, che appunto si è avvalsa del Patrocinio del Ministero della Cultura, si èsvolta a Roma nell’ampia sala delle conferenze della Casa Madre del Mutilato e Invalido di Guerra, ove un folto e motivato pubblico ha potuto assistere all’apposito convegno e alla mostra allestita per l’occasione.

Il Convegno si è svolto in due tempi distinti ma concomitanti: il primo riferito al conferimento dell’annuale “Premio per l’Ambiente ‘Gianfranco Merli’ del Movimento Azzurro”; il secondo riferito all’assegnazione dei riconoscimenti alle opere selezionate – oltre 80 – sulle 196 giunte al Comitato Promotore del Progetto il Mio Borgo.
Entrambi i due tempi dell’incontro hanno voluto identificarsi nell’ambito ambientale nella sua più vasta accezione anche in considerazione che oltre all’Anno Nazionale dei Borghi, il 2017 è stato anche l’Anno Europeo del Turismo Sostenibile per lo Sviluppo.

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Per quanto concerne la Mostra, si è sviluppata su alcuni punti focali – oltre la Pista Ciclabile Arno ben visibile in un grande pannello con tracciato e aspetti architettonici e artistici dei borghi attraversati e parallelamente simboleggiata da una simbolica scultura di Andrea Trisciuzzi riproducente una famiglia in bicicletta – : particolarmente interessante una serie di pannelli fotografici con le immagini dei paesi dei monti sibillini prima e dopo il terremoto realizzati da Angiolina Bertoncin che invita ad una sollecita ricostruzione e rianimazione dei borghi colpiti per evitare che si trasformino in città morte e abbandonate a se stesse.

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Di grande valore artistico la serie delle pitture di Franco Fortunato che uniscono ambienti, borghi, terra e cielo in una stimolante rappresentazione poetica. Nel mentre Enrico Benaglia, coi suoi omini di carta calati in ambito pittorico/scultoreo ci riporta a giochi di strada e pensieri di fantasia legati alla resistente visione dei borghi che molti nutrono ancora.

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E di fantasia sono carichi i lavori pittorici di Barbara Calcei col suo sguardo riflesso a Scanno; Paola Marzano con un’insolita metafisica Gallipoli; Paolo Petrucci con la sua Capri resa trasparente con sapienti colori. E ancora Mario Bagordo con le trasparenze di Stimigliano; Mariolina Pentangelo con intriganti Pioppi e Angri; e la luminosa pizzica di Presicce dipinta da Annamaria Borsatti cui fa da contraltare Toffia con i tenui pastelli di Laura Fasciolo.

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Uno spazio particolare è stato dedicato all’umorismo di Lucio Trojano che ha presentato una vasta sintesi di pannelli dedicati ai borghi abruzzesi dai nomi significativamente umoristici.
Per la fotografia numerose presenze in mostra: Marcello Carrozzo, noto autore reporter fotografo dai cinque continenti, ha presentato immagini di Castelmezzano, borgo della Basilicata che concorre come paese italiano ai Borghi più Belli d’Europa; presenti anche gli artisti fotografi Vincenzo Maio con belle immagini di luminosi luoghi beneventani; Carlo Marraffa con romantici Castelli Romani; Mario Scocco con suggestivi angoli di Paombara Sabina; Noemi Aversa con poetica Sutri e timida Tuscania; Walter Bonifazi col raccolto borgo dell’Abbazia di Farfa; Piero Amendolara con la serie dedicata alle affascinanti Murge; Elisa Migliaccio con il suggestivo Mozzecane; Francesco Colombara con le eleganti architetture di Castelbaldo.
Da citare anche il fascino del grande affresco di Nacha Piattini, inserito ad hoc per ricordare che Mantova è la Città Capitale della Cultura 2017.

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Infine non possiamo dimenticare la proiezione continua su schermo di decine e decine di immagini di borghi meritevoli di attenzione pervenute e non inserite fisicamente nella mostra.
Nei giorni successivi l’inaugurazione, incontri significativi si sono susseguiti, tra i quali citiamo il Laboratorio Didattico della scuola I.C. Paolo Stefanelli, con l’intervento di 80 ragazzi accompagnati dalle rispettive insegnanti.

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Cites: proteggere gli animali – Presentato a Roma il calendario 2018

L’Arma dei Carabinieri in difesa e tutela
delle specie animali a rischio estinzione

Cites: proteggere gli animali

Presentato a Roma il calendario 2018

C’è un elefante con i contorni che sbiadiscono (foto L.Gallitto), – a ricordarci che ogni anno circa 20 mila elefanti africani vengono uccisi dai bracconieri per estrarne le preziose zanne di avorio, – sulla copertina del calendario 2018 del Cites, il nucleo dei carabinieri che si occupa di tutela delle specie animali. La pubblicazione viene realizzata con il contributo del Ministero dell’Ambiente e con una veste grafica curata dall’ Istituto poligrafico e zecca dello Stato.
La pubblicazione, dodici mesi con foto dedicate alle specie animali minacciate dal bracconaggio come tigri, gorilla e leopardi, verrà distribuita nelle scuole e tra le associazioni ambientaliste. Alla presentazione, nella caserma Salvo D’Acquisto, hanno partecipato il comandante generale dell’Arma, Tullio del Sette, il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, il comandante Utfaa, generale Antonio Ricciardi, il direttore generale per la protezione della Natura, Maria Carmela Giarratano, e l’ad della Zecca, Paolo Aielli.

Cites: proteggere gli animali

Il Cites opera con 35 nuclei dislocati sul territorio nazionale ed 11 distaccamenti presso i porti più importanti, gli aeroporti e le dogane. Da gennaio a novembre 2017 sono stati effettuati circa 18 mila accertamenti in tutta Italia con controlli su 561.430 esemplari di piante, animali e derivati che hanno portato ad 8.830 sequestri e alla contestazione di circa 120 illeciti penali e 67 di tipo amministrativo, con sanzioni per un totale di 485 mila euro. Sfiora il milione di euro invece il valore commerciale degli esemplari animali, vivi o morti, sequestrati.

Cites: proteggere gli animali

“Sicuramente questo calendario è un veicolo per diffondere il rispetto degli animali, in particolare di quelli a rischio estinzione, in particolare tra i giovani. Questo anno ne abbiamo già stampate 25 mila copie e puntiamo a farne altre 50 mila”, ha detto il generale del Sette. Mentre il ministro Galletti ha ricordato che “in campo ambientale siamo in presenza di gravi attività illecite, peraltro crescenti. Molte specie protette, sia animali che vegetali, sono oggetto di traffico illegale. Una valutazione precisa del volume dei profitti per le organizzazioni criminali è molto difficile: le stime più affidabili quantificano i profitti tra gli 8 ed i 20 miliardi di euro annui. Il nostro paese è in prima linea in questo impegno ed ha già messo in campo iniziative coerenti. Mi riferisco in primo luogo al piano anti bracconaggio – ha concluso – approvato il 30 marzo scorso dalla Conferenza Stato Regioni”.

Cites: proteggere gli animali

«Desidero esprimere, anche a nome della presidente Carla Rocchi e di tutti gli italiani attenti alla tutela dell’ambiente e degli animali, la mia più profonda gratitudine all’Arma dei carabinieri per lo straordinario lavoro svolto quotidianamente nella prevenzione come nella repressione dei reati contro animali e ambiente», lo ha detto il presidente del consiglio nazionale Enpa, Marco Bravi, intervenendo alla presentazione del calendario Cites 2018. «I carabinieri forestali e il Servizio Cites – ha aggiunto Bravi – sono esempio di professionalità e competenza, un punto di riferimento imprescindibile. Soprattutto per un’associazione come Enpa che dal 1871 è impegnata ogni giorno sul territorio in difesa dei viventi, e che in questi anni si vede sempre più spesso costretta ad esercitare un’azione vicaria rispetto alle istituzioni».

Cites: proteggere gli animali

Ed è anche proprio per suggellare questa importante sinergia tra l’Ente Nazionale Protezione Animali e i carabinieri, che l’associazione è presente nel calendario Cites 2018 con un pagina dedicata alla lince. Una scelta – questa – non casuale poiché si tratta di un animale particolarmente protetto ma appartenente a una delle specie più a rischio per la distruzione e la cementificazione degli habitat, oltre che per il bracconaggio in tutta Europa. «Abbiamo optato per la lince perché, è uno dei simboli della bellezza della natura incontaminata ed è un importante bioindicatore circa lo salute dell’ambiente.
Purtroppo – conclude Bravi – la lince, la cui presenza in Italia è ridotta al minimo, è anche testimone vivente di tutti i danni che l’uomo può causare alla natura di cui esso stesso è parte. Una natura che, invece, non chiede altro se non di essere rispettata e salvaguardata. Spero che ciò sia di monito per tutti».

Cites: proteggere gli animali

Alla presenza di rappresentanti delle Istituzioni e delle Forze dell’Ordine, è intervenuta anche LAV insieme con associazioni ed enti che hanno collaborato nell’individuazione delle dodici specie animali e vegetali prescelte come simbolo dei dodici mesi dell’anno.
“Il leopardo è il simbolo che abbiamo scelto per rappresentare la lotta al traffico di questa specie, che rischia di andare incontro all’ estinzione. Salviamo i leopardi e il pianeta dicendo basta allo sfruttamento degli animali” è l’appello lanciato da Gaia Angelini, responsabile LAV Animali Esotici, nel suo intervento. Angelini ha ricordato l’impegno dell’associazione nel contrasto al traffico di animali esotici, anche attraverso le numerose campagne contro le attività di spettacolo e di intrattenimento che ne alimentano la tratta.(animali@quotidiano.net)

Cites: proteggere gli animali

Papa Francesco apre sul fine vita: “Si possono sospendere le cure quando non sono proporzionali”

 

 

Pope Francis looks on during a private audience with German President Frank-Walter Steinmeier (not pictured) at the Vatican October 9, 2017. REUTERS/Andreas Solaro/Pool

Il Papa sottolinea come è “insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma non sulla persona”

Per Papa Francesco è “moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito “proporzionalità delle cure”. Francesco lo ha scritto nel messaggio al convegno sul “fine vita” promosso dalla Pontificia Accademia invocando “un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona”.

Nella Lettera a monsignor Vincenzo Paglia e ai partecipanti al Meeting regionale europeo della World Medical Association, e citando la Dichiarazione sull’eutanasia del 5 maggio 1980, il Papa ne ha parlato con la consapevolezza dei successi raggiunti dalla medicina in campo terapeutico e di quanto “gli interventi sul corpo umano diventino sempre più efficaci, ma non sempre risolutivi”, Una scelta, quella di sospendere le cure – ha aggiunto il Pontefice, secondo quanto riporta Radio Vaticana – che assume responsabilmente il limite della condizione umana mortale, nel momento in cui prende atto di “non poterla più contrastare”, “senza aprire giustificazioni alla soppressione del vivere”. Un’azione, dunque, “che ha un significato etico completamente diverso dall’eutanasia, che rimane sempre illecita, in quanto si propone di interrompere la vita, procurando la morte”.

Per un attento discernimento, ha spiegato infatti Francesco, tre sono gli aspetti da considerare: “L’oggetto morale, le circostanze e le intenzioni dei soggetti coinvolti. La dimensione personale e relazionale della vita – e del morire stesso, che è pur sempre un momento estremo del vivere – deve avere, nella cura e nell’accompagnamento del malato, uno spazio adeguato alla dignità dell’essere umano. In questo percorso – ha sottolineato il Pontefice – “la persona malata riveste il ruolo principale. Lo dice con chiarezza il Catechismo della Chiesa Cattolica: ‘Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità’. È anzitutto lui che ha titolo, ovviamente in dialogo con i medici, di valutare i trattamenti che gli vengono proposti e giudicare sulla loro effettiva proporzionalità nella situazione concreta, rendendone doverosa la rinuncia qualora tale proporzionalità fosse riconosciuta mancante”.

Il Papa non ha nascosto la difficoltà della valutazione, soprattutto se si considerano le molteplici mediazioni” a cui è chiamato il medico: “richieste dal contesto tecnologico e organizzativo”. Altra sua preoccupazione, la disuguaglianza terapeutica “presente anche all’interno dei Paesi più ricchi, dove l’accesso alle cure rischia di dipendere più dalla disponibilità economica delle persone che dalle effettive esigenze di cura”. Da qui, la necessità di tenere “in assoluta evidenza il comandamento supremo della prossimità responsabile” con “l’imperativo categorico” “di non abbandonare mai il malato” perché, spiega ancora Francesco, la relazione “è il luogo in cui ci vengono chiesti amore e vicinanza, più di ogni altra cosa, riconoscendo il limite che tutti ci accomuna e proprio lì rendendoci solidali. Ciascuno dia amore nel modo che gli è proprio. Ma lo dia!”. In questa cornice d’amore, con la consapevolezza che non si può sempre garantire la guarigione e non ci si deve accanire inutilmente contro la morte, “si muove la medicina palliativa” che “riveste una grande importanza anche sul piano culturale, impegnandosi a combattere tutto ciò che rende il morire più angoscioso e sofferto, ossia il dolore e la solitudine”.

Bergoglio contro i negazionismi sul riscaldamento globale

Il Pontefice è intervenuto anche su un altro tema di strettissima attualità: il clima. “Dovremmo evitare di cadere in questi quattro atteggiamenti perversi, che certo non aiutano alla ricerca onesta e al dialogo sincero e produttivo sulla costruzione del futuro del nostro pianeta: negazione, indifferenza, rassegnazione e fiducia in soluzioni inadeguate”, ha scritto Bergoglio in un messaggio inviato a Frank Bainimarama, premier delle Fiji, presidente della 23sima sessione della Conferenza sulla convenzione-quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici in corso a Bonn.

Il monito di Francesco ai sacerdoti: “Le chiacchiere in Chiesa sono come il terrorismo”

“È molto triste” quando in un sacerdote “l’unità pastorale, di tutti intorno al vescovo”, “non esiste, è apparente”: “e lì dominano le chiacchiere, le chiacchiere distruggono la diocesi, distruggono l’unità dei presbiteri, fra loro e col vescovo”, ha affermato il Pontefice ricevendo oggi in udienza i partecipanti all’Assemblea Internazionale della Confederazione Unione Apostolica del Clero.

“Fratelli sacerdoti – ha esortato il Papa -, io mi raccomando, per favore: sempre vediamo cose brutte negli altri, sempre – perché le cataratte a quest’occhio non vengono -, gli occhi sono pronti a vedere le cose brutte, ma mi raccomando di non arrivare alle chiacchiere”. “Se io vedo cose brutte, prego o, come fratello, parlo – ha aggiunto. Non faccio il ‘terrorista’, perché le chiacchiere sono un terrorismo. Le chiacchiere sono come buttare una bomba: distruggo l’altro e me ne vado tranquillo”. “Per favore, niente chiacchiere, sono il tarlo che mangia il tessuto della Chiesa, della Chiesa diocesana, dell’unità fra tutti noi”, ha ribadito

“Oggi abbiamo tanto bisogno di comunione, nella Chiesa e nel mondo”, ha detto ancora il Papa nel suo discorso, in cui ha invitato anche i ministri ordinati a resistere “alla mondanità, alla tentazione della mondanità spirituale, tante volte nascosta nella rigidità: una chiama l’altra, sono ‘sorellastre’, una chiama l’altra”.